Abbiamo un problema reale. Ultimamente,
qualsiasi cosa che provochi striature attraverso un obiettivo fotografico digitale o cinepresa, viene visto come un
disco volante o UFO. Ma non solo, come detto prima, basta una qualsiasi
macchiolina più o meno tondeggiante su un fotogramma , su una foto, o su un
filmato fatto con apparecchi digitali a far uscire fuori teorie incredibile su
fantasmi, spiriti di trapassati, porte su altri mondi, presenze aliene e tanto
altro.
Ma cosa succede affinchè si verificano
queste anomalie?....Niente di nuovo sotto il sole, tutta questa “fenomenologia”
si è sempre verificata anche quando le macchine fotografiche o le cineprese non
erano in digitale. La spiegazione più razionale e scientificamente provata
riguarda alcuni aspetti fondamentali della fotografia e dei limiti di
essa. Qualsiasi obiettivo è formato da una serie di lenti atti a correggere e
rendere più reale possibile l’immagine esterna sul fotogramma. Nel momento in
cui avviene la ripresa o lo scatto fotografico con obiettivo messo su fuoco all’infinito,
qualsiasi insetto attraversi la zona dell’obiettivo a distanza ravvicinata viene sfuocata e distorta
ed è vista come una anomalia dai contorni…”misteriosi”, quindi suscettibile di
allusioni e teorie fuori ogni contesto razionale da parte di avvoltoi della
falsa scienza.
Ultimamente si parla di ORBS, che grosso
modo tradotto si possono chiamare “sfere di luce”. Queste appaiono in alcune foto specialmente fatte in
ambienti scuri e con il flasch come delle piccole sferette bianche più o meno trasparenti
e sfuocate di diverse dimensioni e quantità. Anche qui troviamo sempre i soliti
“artisti” del paranormale che eruttano ogni tipo di ipostesi sapendo che
trovano terreno fertile ormai nelle menti sempre più allucinate e ipnotizzate
di persone che stanno con il naso all’insù ad aspettare la salvezza da un’altra
dimensione, e i sedicenti indagatori del
mistero che parlano di sfere di plasma energetico, entità extradimensionali,
ectoplasmi, sonde aliene, sonde di esplorazione temporale inviate dal futuro,
ectoplasmi, globi di energia, auree, ecc qualsiasi essa sia purchè diversa da questa realtà,
sempre alla ricerca di un guru o santone che soddisfi e sazi il loro cammino
verso il nulla.
Il fenomeno degli ORBS, tolto l’alone mistico, è
attribuibile a cause molto più banali. Essi non sono altro che oggetti fuori
fuoco, e la loro forma circolare è dovuta oltre che ai riflessi del sistema di
lenti delle fotocamere, anche al fatto che ciò che si sta riprendendo fuori
fuoco comunque ha un aspetto tondeggiante.
Quasi tutte le foto in cui appaiono gli
ORBS hanno caratteristiche comuni:
1. essere scattate in un ambiente buio
2. essere scattate con l'uso del flash
3. essere scattate in ambienti con
polvere o particelle liquide in sospensione
Quando la luce intensa emessa dal flash
colpisce le particelle nell'aria (pulviscolo, pollini, pioggia), che hanno
forma assimilabile ad una sfera e queste particelle sono più o meno vicine all’obiettivo
e quindi fuori fuoco, esse appaiono luminose e ingrandite con i bordi
frastagliati e più o meno colorati a seconda se sono granelli di polvere o
goccioline di umidità..
Poiché si tratta nella maggior parte dei
casi di scatti piuttosto scuri, l'intenso riflesso generato dalle particelle
colpite dal flash risalta sulle aree buie delle fotografie, dando l'impressione
di un oggetto luminoso fluttuante nel nulla. I bagliori appaiono più chiari al
centro e più colorati all'esterno, per via dello scattering.
Questi "orb" hanno spesso bordi
frastagliati, dovuti alle minuscole asperità sulla superficie delle particelle,
e se filmati (sempre con l'ausilio di una sorgente luminosa) appaiono in
movimento per i naturali spostamenti d'aria dell'ambiente o per i movimento
generati dai flussi caldi emessi dalla sorgente luminosa.
I sensori CCD o CMOS sono gli elementi
nelle macchine fotografiche digitali che sono equivalenti a pellicola nelle
macchine fotografiche tradizionali. E 'noto che i sensori CCD o CMOS delle
fotocamere digitali sono più sensibili ai raggi infrarossi che gli occhi umani.
In realtà, gli occhi umani non possono vedere le luci a infrarossi, ma le macchine
fotografiche digitali possono, provate ad accendere un telecomando di un
qualsiasi televisore e orientatelo verso una macchina digitale o una telecamera,
l'emettitore di un telecomando viene fotografato o filmato mentre si preme un
pulsante su di esso. Questa immagine dimostra la dichiarazione di cui sopra.
Essa dimostra inoltre che le fotocamere digitali e le telecamere registrano
questa luce ad infrarosso come una luce bianca.
Quindi è un ipotesi realistica che le
macchine fotografiche digitali possono fotografare frange di particelle sospese
nell'aria che esistono in natura e che non possono essere visti dall'occhio
umano.
Da quello che ho appreso va bene anche la
macchina normale, basta usare una pellicola sensibile 400 oppure 1000 ASA, e
scattare preferibilmente sempre in presenza di superfici riflettenti o in
ambienti non molto illuminati e comunque meglio se con un fondale scuro.
Un facile esperimento per produrre ORBS
fai da te l’ho fatto di persona ed è ripetibile anche dai bambini. Basta
prendere una macchina fotografica digitale, un tappeto polveroso oppure un
nebulizzatore di acqua o uno spry che sia un deodorante o altro, e scattare una
foto in ambiente buio con flasch
naturalmente prima dello scatto bisogna sbattere il tappeto oppure
nebulizzare vicino la macchina fotografica e scattare….il gioco è fatto, nella
foto appariranno tantissimi ORBS.
Le ultime incredibili illazioni poi che parlano di ORBS riguardano le fantasiose ipotesi che i cani sentano la presenza di queste "entità", li avvertono cambiando loro umore, essendo più nervosi e irrequieti, infatti come si può notare da questa foto scattata al mio cane, possiamo notare ben altro atteggiamento.
Se poi ingrandite uno di queste sferette
e vi mettete a giocare con la luminosità
e il contrasto, magari salvando l’immagine come jpeg diverse volte
(degradandone così la qualità e amplificando gli artefatti dovuti all’algoritmo
di compressione) riuscirete a vedere dentro questi globi qualunque cosa. La
suggestione fa miracoli e la pareidolia fa il resto!
Ecco, questo nuovo fenomeno e problema,
la Pareidolia, (dal greco είδωλον, immagine, col prefisso παρά, simile) è
l'illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili
(naturali o artificiali) dalla forma casuale. È la tendenza istintiva e
automatica a trovare forme familiari in immagini disordinate; l'associazione si
manifesta in special modo verso le figure e i volti umani. Classici esempi sono
la visione di animali o volti umani nelle nuvole, la visione di un volto umano
nella luna oppure l'associazione di immagini alle costellazioni. Sempre alla
pareidolia si può ricondurre la facilità con la quale riconosciamo volti che
esprimono emozioni in segni estremamente stilizzati quali le emoticon.
La pareidolia consente spesso di dare una
spiegazione razionale a fenomeni apparentemente paranormali, quali le
apparizioni di immagini su muri o la comparsa di "fantasmi" in
fotografie.
Un fenomeno analogo alla pareidolia (una
sorta dipareidolia acustica) si verifica anche per le percezioni uditive,
quando si crede di sentire suoni, parole o frasi significative in rumori
casuali
Da qui nasce e si alimenta la fantasia
dei creduloni che vedono all’interno di questi piccoli globi immagini umane,
volti e quant’altro aumentando ancor di più la confusione e la malafede di chi
ci specula sopra scrivendo tonnellate di corbellerie su libri di ogni sorta e
facendo trasmissioni televisive di grande portata pubblicitaria traendone
grossi benefici economici e vendite di migliaia di libri che parlano del …nulla.