lunedì 25 ottobre 2010

ORBS – Le fantasie e le bufale dei soliti noti



Abbiamo un problema reale. Ultimamente, qualsiasi cosa che provochi striature attraverso un obiettivo fotografico  digitale o cinepresa, viene visto come un disco volante o UFO. Ma non solo, come detto prima, basta una qualsiasi macchiolina più o meno tondeggiante su un fotogramma , su una foto, o su un filmato fatto con apparecchi digitali a far uscire fuori teorie incredibile su fantasmi, spiriti di trapassati, porte su altri mondi, presenze aliene e tanto altro.
Ma cosa succede affinchè si verificano queste anomalie?....Niente di nuovo sotto il sole, tutta questa “fenomenologia” si è sempre verificata anche quando le macchine fotografiche o le cineprese non erano in digitale. La spiegazione più razionale e scientificamente provata riguarda alcuni  aspetti  fondamentali della fotografia e dei limiti di essa. Qualsiasi obiettivo è formato da una serie di lenti atti a correggere e rendere più reale possibile l’immagine esterna sul fotogramma. Nel momento in cui avviene la ripresa o lo scatto fotografico con obiettivo messo su fuoco all’infinito, qualsiasi insetto attraversi la zona dell’obiettivo  a distanza ravvicinata viene sfuocata e distorta ed è vista come una anomalia dai contorni…”misteriosi”, quindi suscettibile di allusioni e teorie fuori ogni contesto razionale da parte di avvoltoi della falsa scienza.
Ultimamente si parla di ORBS, che grosso modo tradotto si possono chiamare “sfere di luce”. Queste  appaiono in alcune foto specialmente fatte in ambienti scuri e con il flasch come delle piccole sferette bianche più o meno trasparenti e sfuocate di diverse dimensioni e quantità. Anche qui troviamo sempre i soliti “artisti” del paranormale che eruttano ogni tipo di ipostesi sapendo che trovano terreno fertile ormai nelle menti sempre più allucinate e ipnotizzate di persone che stanno con il naso all’insù ad aspettare la salvezza da un’altra dimensione, e i sedicenti indagatori del mistero che parlano di sfere di plasma energetico, entità extradimensionali, ectoplasmi, sonde aliene, sonde di esplorazione temporale inviate dal futuro, ectoplasmi, globi di energia, auree, ecc qualsiasi  essa sia purchè diversa da questa realtà, sempre alla ricerca di un guru o santone che soddisfi e sazi il loro cammino verso il nulla.
Il  fenomeno degli ORBS, tolto l’alone mistico, è attribuibile a cause molto più banali. Essi non sono altro che oggetti fuori fuoco, e la loro forma circolare è dovuta oltre che ai riflessi del sistema di lenti delle fotocamere, anche al fatto che ciò che si sta riprendendo fuori fuoco comunque ha un aspetto tondeggiante.
Quasi tutte le foto in cui appaiono gli ORBS hanno caratteristiche comuni:
1. essere scattate in un ambiente buio
2. essere scattate con l'uso del flash
3. essere scattate in ambienti con polvere o particelle liquide in sospensione
Quando la luce intensa emessa dal flash colpisce le particelle nell'aria (pulviscolo, pollini, pioggia), che hanno forma assimilabile ad una sfera e queste particelle sono più o meno vicine all’obiettivo e quindi fuori fuoco, esse appaiono luminose e ingrandite con i bordi frastagliati e più o meno colorati a seconda se sono granelli di polvere o goccioline di umidità..
Poiché si tratta nella maggior parte dei casi di scatti piuttosto scuri, l'intenso riflesso generato dalle particelle colpite dal flash risalta sulle aree buie delle fotografie, dando l'impressione di un oggetto luminoso fluttuante nel nulla. I bagliori appaiono più chiari al centro e più colorati all'esterno, per via dello scattering.
Questi "orb" hanno spesso bordi frastagliati, dovuti alle minuscole asperità sulla superficie delle particelle, e se filmati (sempre con l'ausilio di una sorgente luminosa) appaiono in movimento per i naturali spostamenti d'aria dell'ambiente o per i movimento generati dai flussi caldi emessi dalla sorgente luminosa.
I sensori CCD o CMOS sono gli elementi nelle macchine fotografiche digitali che sono equivalenti a pellicola nelle macchine fotografiche tradizionali. E 'noto che i sensori CCD o CMOS delle fotocamere digitali sono più sensibili ai raggi infrarossi che gli occhi umani. In realtà, gli occhi umani non possono vedere le luci a infrarossi, ma le macchine fotografiche digitali possono, provate ad accendere un telecomando di un qualsiasi televisore e orientatelo verso una macchina digitale o una telecamera, l'emettitore di un telecomando viene fotografato o filmato mentre si preme un pulsante su di esso. Questa immagine dimostra la dichiarazione di cui sopra. Essa dimostra inoltre che le fotocamere digitali e le telecamere registrano questa luce ad infrarosso come una luce bianca.
Quindi è un ipotesi realistica che le macchine fotografiche digitali possono fotografare frange di particelle sospese nell'aria che esistono in natura e che non possono essere visti dall'occhio umano.
Da quello che ho appreso va bene anche la macchina normale, basta usare una pellicola sensibile 400 oppure 1000 ASA, e scattare preferibilmente sempre in presenza di superfici riflettenti o in ambienti non molto illuminati e comunque meglio se con un fondale scuro.
Un facile esperimento per produrre ORBS fai da te l’ho fatto di persona ed è ripetibile anche dai bambini. Basta prendere una macchina fotografica digitale, un tappeto polveroso oppure un nebulizzatore di acqua o uno spry che sia un deodorante o altro, e scattare una foto in ambiente buio con flasch  naturalmente prima dello scatto bisogna sbattere il tappeto oppure nebulizzare vicino la macchina fotografica e scattare….il gioco è fatto, nella foto appariranno tantissimi ORBS. 
Le ultime incredibili illazioni poi che parlano di ORBS riguardano le fantasiose ipotesi che i cani sentano la presenza di queste "entità", li avvertono cambiando loro umore, essendo più nervosi e irrequieti, infatti come si può notare da questa foto scattata al mio cane, possiamo notare ben altro atteggiamento.


Se poi ingrandite uno di queste sferette e  vi mettete a giocare con la luminosità e il contrasto, magari salvando l’immagine come jpeg diverse volte (degradandone così la qualità e amplificando gli artefatti dovuti all’algoritmo di compressione) riuscirete a vedere dentro questi globi qualunque cosa. La suggestione fa miracoli e la pareidolia fa il resto!
Ecco, questo nuovo fenomeno e problema, la Pareidolia, (dal greco είδωλον, immagine, col prefisso παρά, simile) è l'illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale. È la tendenza istintiva e automatica a trovare forme familiari in immagini disordinate; l'associazione si manifesta in special modo verso le figure e i volti umani. Classici esempi sono la visione di animali o volti umani nelle nuvole, la visione di un volto umano nella luna oppure l'associazione di immagini alle costellazioni. Sempre alla pareidolia si può ricondurre la facilità con la quale riconosciamo volti che esprimono emozioni in segni estremamente stilizzati quali le emoticon.
La pareidolia consente spesso di dare una spiegazione razionale a fenomeni apparentemente paranormali, quali le apparizioni di immagini su muri o la comparsa di "fantasmi" in fotografie.
Un fenomeno analogo alla pareidolia (una sorta dipareidolia acustica) si verifica anche per le percezioni uditive, quando si crede di sentire suoni, parole o frasi significative in rumori casuali
Da qui nasce e si alimenta la fantasia dei creduloni che vedono all’interno di questi piccoli globi immagini umane, volti e quant’altro aumentando ancor di più la confusione e la malafede di chi ci specula sopra scrivendo tonnellate di corbellerie su libri di ogni sorta e facendo trasmissioni televisive di grande portata pubblicitaria traendone grossi benefici economici e vendite di migliaia di libri che parlano del …nulla.